Il 23 novembre 2022 è stata pubblicata la bozza del Disegno di Legge di Bilancio 2023.
In particolare analizzereremo gli articoli che riguardano la Flat Tax, ovvero la tassa piatta che caratterizza il regime forfettario.
All’ Art. 11 infatti si parla delle modifiche al regime forfettario
In particolare alla Lettera A si legge le parole “euro 65.000” sono sostituite dalle parole “euro 85.000”
Il che vuol dire che la Flat Tax è estesa al 15% per autonomi e partite iva con ricavi fino a 85.000 euro.
Quindi anche chi, nel 2022 ha superato i 65.000 ma è al di sotto degli 85.000 può continuare a permanere nel regime forfettario nel 2023.
Potrà anche rientrare nel regime forfettario dal 2023 chi ha fatturato più di 65.000 ma meno di 85.000 nel 2022.
Alla lettera B si legge “Il regime forfetario cessa di avere applicazione dall’anno stesso in cui i ricavi o i compensi percepiti sono superiori a 100.000 euro. In tale ultimo caso è dovuta l’imposta sul valore aggiunto a partire dalle operazioni effettuate che comportano il superamento del predetto limite.”
Il che significa che dal 2023 il superamento dei 100.000 euro di ricavi comporta l’immediata fuoriuscita dal regime già dall’anno in corso, mentre attualmente il superamento dei ricavi comporta la fuoriuscita dal regime a partire dall’anno successivo.
L’Iva inoltre verrà versata a partire dall’operazione che fa scattare il superamento del limite dei 100.000 euro.
Un esempio chiarirà meglio l’interpretazione della norma:
Nel 2023 adotto il regime forfettario ed incasso fatture per 96.000 euro, pertanto dal 2024 dovrò necessariamente uscire dal regime di vantaggio e optare per il regime ordinario o semplificato. Se però nel 2023 ho percepito 98.000 euro di ricavi e devo emettere un’ulteriore fattura di 3.000 euro, considerando che con quella fattura supero i 100.000 euro, già sulla fattura di 3.000 dovrà essere applicata l’Iva.
Per quanto riguarda il regime forfettario le altre voci, quali clausole di esclusione e limiti non vengono né citati né modificati pertanto sono da ritenersi ancora validi e immutati.
L’Art. 12 riguarda invece la flat tax incrementale che recita cosi’: “I contribuenti persone fisiche esercenti attività d’impresa, arti o professioni, diversi da quelli che applicano il regime forfetario possono applicare, in luogo delle aliquote per scaglioni di reddito, un’imposta sostitutiva dell’imposta sul reddito delle persone fisiche e relative addizionali calcolata con un’aliquota del 15 per cento su una base imponibile, comunque non superiore a 40.000 euro, pari alla differenza tra il reddito d’impresa e di lavoro autonomo determinato nel 2023 e il reddito d’impresa e di lavoro autonomo, d’importo più elevato, dichiarato negli anni dal 2020 al 2022, decurtata di un importo pari al 5 per cento di quest’ultimo ammontare”.
Ovvero i titolari di partita iva al di fuori del regime forfettario, quindi in regime ordinario o semplificato, possono applicare, al posto degli scaglioni di reddito Irpef, un’ imposta sostitutiva del 15% su una base imponibile non superiore a 40.000 euro.
Ma come si calcola la base imponibile?
Lo spiego in pochi ma semplicissimi passaggi:
- Consideriamo che il risultato economico dell’esercizio 2023 sia ad esempio pari a 120.000€
- Troviamo il più alto risultato economico registrato tra il 2020 e il 2022 (supponiamo che il 2020 sia il più alto con 100.000 €)
- Decurtiamo il risultato economico del 2020 del 5% (95.000€)
- Confrontiamo il risultato economico del 2023 con quello del 2020 decurtato del 5%, quindi 120.000 – 95.000 = 25.000 (25.000 euro sarà pertanto la nostra base imponibile)
- Se questo incremento di reddito è inferiore a 40.000, per questo incremento, applico il 15% di tassazione.
Tutto ciò, una volta approvato, se verrà approvato così come presente nella bozza, sarà valido a decorrere dal 2023.
Controlla il sito www.studiovaleri.it per restare sempre aggiornato su questo e tanti altri argomenti.