REDDITO DI CITTADINANZA: NUOVE REGOLE
Un argomento che sta affrontando il nuovo Governo Meloni è proprio quello del tanto discusso Reddito di Cittadinanza.
La stessa Meloni afferma infatti che “il sussidio non ha funzionato e quindi verrà rivisto”
Il sottosegretario Durigon, sulla stessa linea, afferma “il reddito ha fallito per quanto riguarda l’inserimento al lavoro, pertanto ci andremo a concentrare su chi può lavorare. Il sussidio per chi può lavorare non può essere una misura a vita”
Il contributo economico sembra quindi volersi mantenere anche dal nuovo governo, c’è la volontà però di eliminarlo per i soli soggetti in grado di lavorare.
Secondo i dati infatti sarebbero circa 600mila i percettori del sussidio che sono in grado di lavorare e che quindi potrebbero perdere tale contributo.
Il Reddito di Cittadinanza pertanto non verrà abolito ma subirà un ulteriore stretta, infatti oltre ad essere affiancato ad una costante formazione, verrà rinnovato per periodi sempre più brevi e con importi sempre più bassi con il passare del tempo e anzi chi rifiuterà , anche una sola offerta di lavoro (attualmente due) congrua lo perderà per sempre.
LA PROPOSTA PREVISTA PER IL REDDITO DI CITTADINANZA
Attualmente il reddito viene erogato per un periodo di 18 mesi, con un mese di pausa, dopo di che, viene concesso di nuovo per ulteriori 18 mesi.
Come spiega il Sottosegretario la nuova proposta prevede invece che il reddito venga erogato per 18 mesi durante i quali è previsto un forte investimento nella formazione in base al profilo personale del percettore e alle richieste delle aziende. Il sussidio verrà poi sospeso per 6 mesi, durante i quali la formazione continuerà. Se dopo questo periodo il percettore non sarà ancora stato inserito nel mondo del lavoro verrà concesso nuovamente il reddito di Cittadinanza per ulteriori 12 mesi ma con un importo ridotto del 25%.
Superato questo periodo ci sarà un nuovo periodo di sospensione di 6 mesi durante i quali è sempre garantita la formazione.
Dopo diche si entrerà nell’ultima fase, ovvero si garantisce di nuovo la percezione del reddito, questa volta per ulteriori 6 mesi durante i quali l’importo sarà ridotto del 50% rispetto a quanto percepito originariamente. Trascorso ulteriormente questo periodo senza aver trovato un impiego, il diritto al Reddito decade.
Ovviamente per rendere il tutto possibile dovranno necessariamente essere coinvolte le agenzie private e rafforzati gli incentivi per chi riesce a collocare nel modo del lavoro i percettori del sussidio.
Un’altra importante novità potrebbe essere quella dei controlli che passerebbero dall’Inps ai Comuni, la ratio di questa scelta, come spiega anche Durigon è dettata dal fatto che effettivamente solo i Comuni e le Amministrazioni comunali possono conoscere realmente chi si trova in condizioni di difficoltà o meno.
Il Sottosegretario spiega infatti che l’Inps ha una gestione centralizzata che non ha un rilievo di presenza sul territorio, “quindi spostare la valutazione dei controlli di chi percepisce il reddito ai Comuni è sicuramente da prendere in considerazione”.
Vedremo l’evolversi della sorte del Reddito di Cittadinanza.
Maria Valeri